venerdì 10 aprile 2009

Il ritratto di Marianna


C'era una volta, tanto tempo fa, in un regno sotto al mare, una piccola sirenetta di nome Marianna.
Il suo maestro, il delfino Marco, le aveva dato un compito: costruire il proprio autoritratto.
Marianna per essere certa di fare bene il dipinto incomincio' ad andare in giro a chiedere a tutti i pesci che incontrava: “Chi sono io? Che cosa so fare? E' vero che i miei occhi sono belli? E' vero che sono intelligente?...”
Continuo' per un po' di tempo fino a quando non le sembro' di aver raggiunto abbastanza risposte per poter fare il famoso autoritratto.
Purtroppo, ogni volta che si metteva davanti al cavalletto per dipingere, quasi come per incantesimo, si dimenticava tutto e non riusciva a mettere sulla tela nessun colore.
Fu cosi' che riprese ad andare in giro a chiedere: “Chi sono io? Quanto valgo? ...” e siccome era una sirenetta bella, gentile ed educata tutti le davano delle buone risposte e questo la faceva stare bene.
Marianna, quindi, si abituo' presto ad usare gli altri come uno specchio in cui riflettersi e smise di pensare al suo autoritratto.
In quell'angolo della sua stanza dedicato alla fiducia in se' stessi appese una cornice vuota.
In questo modo senza accorgersi si ritrovo' prigioniera degli altri e costretta a fare le cose sempre meglio per non perdere l'approvazione e per avere le loro risposte.
Quando le facevano i complimenti per tutto cio' che sapeva fare la sirenetta era contenta e a suo agio perche' corrispondevano alla sua cornice vuota ma quando le facevano delle critiche o semplicemente delle osservazioni cadeva in crisi e si sentiva sola e abbandonata.
Marianna incomincio' ad alternare momenti di gioia a momenti in cui si arrabbiava moltissimo con gli altri che la facevano stare male.
Un giorno' si arrabbio talmente tanto da avere paura di se ' stessa ed incomincio' a nuotare con tutte le sue forze andando sempre piu' lontano.Faceva molta fatica, le sembrava di essere controcorrente, l'acqua era molto fredda e ad un certo punto si rese conto che legato alla sua coda c'era un sacco molto pesante che la frenava e le impediva di muoversi. Si fermo', sciolse il nodo , apri' il sacco e dentro trovo' la sua rabbia “mascherata”: un grande dolore,l'angoscia di essere abbandonati,la paura di non farcela da sola e tante altre emozioni e sensazioni che aveva nascosto e che si erano accumulate nel tempo fino a riempire questo sacco che ora le impediva quasi di nuotare appesantendole la coda.
La coda e' la parte del corpo piu' importante per una sirena, e' cio' che serve per darsi lo slancio e nuotare con piu' forza ma e' anche la parte del corpo che rende cosi' armonioso il suo movimento nel nuotare.
Marianna capi' allora che negando tutte quelle emozioni stava perdendo non solo la sua forza ma anche la sua dolcezza....stava perdendo se' stessa.
Quando riusci' a sentire ed integrare dentro di se' tutte quelle emozioni nascoste, il sacco si svuoto'.

L'ultima emozione ad uscire fu la rabbia che le consegno' una chiave: la chiave del cassetto di camera sua.Tornata a casa la prima cosa che fece fu quella di andare ad aprire quel cassetto dove trovo' le conchiglie che aveva raccolto insieme al suo maestro delfino . Dentro ad ognuna di queste c'era una perla che corrispondeva ad una sua capacita'.
Aveva smesso di raccogliere conchiglie nel momento in cui aveva iniziato ad inseguire le immagini riflesse nello specchio degli altri....

...E' passato tanto tempo e qualcuno mi ha detto di avere incontrato Marianna, ormai grande, che indossava una splendida collana di perle...

Alla prossima volta
BB

1 commento:

  1. Molto bello questo racconto, potrebbe essere realizzatto un piccolo libro per bambini, magari anche del tipo 'tattile' adatto anche ai piu piccoli.....
    un besito
    Loredana

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