Stavo aspettando l’ora del nostro incontro ed ero particolarmente agitata: avrei dovuto dire al piccolo principe che non ci saremmo visti per un po’… non sapevo quando di preciso ci si sarebbe potuti ri-incontrare forse quindici giorni, forse un mese… avrei voluto dargli delle certezze ma non potevo fare promesse che non avrei potuto mantenere.
Avrei trovato il modo giusto per farlo? Le parole giuste?…esistono le parole giuste?…quanti dubbi…
Mentre cercavo nella borsa un fazzoletto trovai una ghianda che qualche tempo prima avevo raccolto nel mio giardino e che tenevo sempre con me come fosse un portafortuna…e guardando quella ghianda mi venne un’idea…
Era ora di andare a prendere il piccolo principe….era l’orario del nostro appuntamento e non potevo tardare o si sarebbe preoccupato…
Dopo i nostri rituali di sempre costruimmo un castello con i cuscinoni e dentro a questo “raccontammo” la storia della civetta Lucilla e del piccolo principe:
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…La civetta Lucilla, quella notte, aveva volato fino alla camera dove il piccolo principe era ancora sveglio…era agitato e non riusciva a dormire perche’ il giorno dopo sarebbe partito con la sua mamma ed il suo papa’ per un viaggio.
L’emozione di vedere posti nuovi lo teneva sveglio ma anche la nostalgia che sentiva nel pensare di dover salutare i suoi amici era forte…combattuto tra queste sensazioni si alzo’ dal letto ed ando’ alla finestra.
Sul ramo della quercia c’era la civetta Lucilla con i suoi occhi gialli brillanti che illuminavano la notte, questa notte che al piccolo principe sembrava piu’ buia del solito.
Lucilla gli era sempre stata vicina e lui sapeva che poteva contare su di lei quando aveva brutti pensieri o momenti di tristezza . Lei lo aiutava ad affrontare le paure, lo ascoltava nei suoi racconti, giocava e rideva con lui…
… quella notte parlarono un po’ fino a quando Lucilla decise che era arrivato il momento del saluto.
Lo rassicuro’ dicendogli che anche se non si sarebbero visti per un po’ lui poteva sempre pensarla… si sarebbero pensati insieme ed il pensiero sarebbe stato talmente forte che si sarebbero sentiti vicini lo stesso.
Se una persona e’ vicina al tuo cuore la puoi sentire vicina anche quando non lo e’ perche’ il ricordo e’ nel TUO cuore… detto questo sbatte’ forte le ali e fece cadere una ghianda…e volando via grido’: “buona notte e buon viaggio piccolo!”
Al mattino dopo il piccolo principe trovo’ sul suo cuscino una ghianda…sorrise e penso’ alle parole di Lucilla. Mise la ghianda nella tasca della giacca ed usci’…
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Era arrivato anche per noi il momento del saluto: gli chiesi di chiudere gli occhi e di darmi una mano. Misi nella sua mano aperta la ghianda …Quando il piccolo principe apri’ gli occhi e vide cosa c’era nella sua mano: si illumino’ con un sorriso particolare, mi strinse forte e mi diede un bacio…
Buon viaggio piccolo principe…ci vediamo la prossima volta….
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