Tra realta' e fantasia esiste un luogo, e' il luogo del non - spazio e del non - tempo...
Oggi vi racconto la storia di Agata, una bambina vivace, solare e molto popolare nel paese.
Era "famosa" non solo per la sua allegria ma anche per il fatto che quando andava in giro salutava tutti con un suono particolare, simile al canto delle cicale e questo suo suono diventava come una calamita che attirava gli sguardi che lei prontamente ricambiava con un sorriso ...
La nascita di Agata porta la pace all'interno di una famiglia: grazie a lei, figlio e madre (papa' e nonna di Agatra) ritrovano un dilaogo perso da tempo, si perdonano.
.......Nella culla di Agata un carillon fatto a mano dal nonno con tanti piccoli specchietti colorati........
Agata cresce e crescendo si imbatte , come tutti, in successi e difficolta', ma non e' di quelli che vi voglio raccontare.
All'eta' di 9 anni Agata incontra l' "uomo nero" che la fa sprofondare nell'ombra del silenzio e del segreto...
Un segreto che tiene dentro di se' per tanti, tantissimi anni, anni in cui la paura lavora fino a trovare un posto nell'anima e iniziare a colorarla di nero ...fortunatamente, come spesso accade nella vita, Agata trova il coraggio, la forza e la dolcezza per tirare fuori quel segreto e lentamente iniziare a colorare di giallo, di arancione, di rosso, di verde, quello spazio dell'anima.
Decide pero' di lasciare un puntino nero, come simbolo di quell'esperienza che non puo' essere cancellata ma dalla quale puo' trarre la forza.
Lentamente l'espressione del suo viso si modifica e torna ad essere quella dei primi anni di vita.
Lentamente torna sulle tracce della sua infanzia e ritrova il dono che le era stato fatto: uno specchio che era appartenuto alla sua nonna paterna.
.......Nella culla di Agata un carillon fatto a mano dal nonno con tanti piccoli specchietti colorati........
Prosegue nel suo cammino di crescita, portando sempre con se' quello specchio che le permette di vedere le cose e le persone in maniera differente e che a volte le permette di aiutare gli altri donandole una grande forza ed una "strana" serenita'.
A volte lo specchio, pero', le fa vedere cose che non vorrebbe mai vedere, altre volte le rimanda un'immagine che non capisce, che la spaventa....a volte lo specchio diventa cosi' pesante da portare e sopportare e presa dalla stanchezza e dalla paura cerca di abbandonarlo dopo aver provato a romperlo...
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Quello specchio non si puo' rompere, le appartiene , e' il "suo" dono e...ogni dono ha una responsabilita', bisogna accettarlo.Sono passati deglia anni ed Agata ora ha capito.
Nel momento in cui inizia ad accettare questa realta', accanto a lei arrivano persone che come lei hanno delle responsabilita'e, per quanto ognuno abbia delle responsabilita' diverse e strade diverse da percorrere ci si sente meno soli al pensiero di poter fare una pausa sorseggiando del te' insieme ad altri "specchi"....
Ogni tanto, quando sente il peso di quello specchio, entra nella casa di sua nonna, si siede al suo posto e, sul grande tavolo della sala, fa i solitari con le carte proprio come faceva sempre quando era piccola e le sembra di sentire ancora le frasi che la nonna le ripeteva: "tu hai la fortuna nelle mani... gira tu le carte per me... "
...e anche questa volta il solitario e' riuscito, Agata lo lascia sul tavolo completato, si alza, chiude la porta e va a salutare i pomodori nell'orto mentre dalla finestra della camera si sente arrivare una musica...
Lo specchio e' sempre con lei...fa parte di lei.
.......Nella culla di Agata un carillon fatto a mano dal nonno con tanti piccoli specchietti colorati........
alla prossima volta,
BB
Molto bello e profondo, ma inquietante. Credo di avere da qualche parte dentro di me, uno "specchio" o qualcosa di simile, ma non so che cos'è esattamente e a cosa servirà...so che vorrei romperlo ma non posso più farlo.
RispondiEliminagrazie, l'inquietudine è anch'essa uno specchio in cui guardarsi.
Simona
...Mi spiace aver suscitato in te l'inquietudine ma, come dici tu, l'inquietudine e' anch'essa uno specchio in cui guardarsi...
RispondiEliminagrazie per il tuo commento "coraggioso e dolce"
bb
Ognuno di noi riceve, con la vita, un "dono", a volte è facile scoprirlo e facile condividerlo, altre volte il dono è nascosto in un'ombra o in qualcosa che non ci piace di noi e attende di essere illuminato; anche imparare a riconoscere le "cose" come doni è un dono... oppure è qualcosa che si può imparare.
RispondiEliminaScusa il gioco di parole ma so che ti piacciono...
grazie a te e a presto,
Simona